Manoel de Oliveira ha 104
anni, e notoriamente è il più antico (vecchio non rende, ne
converrete) regista al mondo. Ha diretto uno sproposito di film e
documentari, nelle pause ha figliato quattro volte, è stato
insignito di innumerevoli onoreficenze tra cui una Palma d'Oro e due
Leoni (sempre d'Oro) alla carriera – sul serio, premiato
doppiamente alla carriera nello stesso festival. Le virtù di
sopravvivenza vanno riconosciute, anche su questo possiamo tutti
esser d'accordo. Sventuratamente non pago di tanto successo, il buon
vecchio Manuelo insiste, e produce ancora cinema. Peggio di lui siamo
noi, che paghiamo il biglietto (relativamente caro) e ci addentriamo
in Sala Grande per vederne l'ultima produzione: O Gebo e a Sombra
(per i poliglotti lettori non diamo traduzione, ci limitiamo a dire
che Gebo è il nome proprio di un protagonista consunto quasi come il
regista, ed interpretato con notevole mancanza di mobilità da
Michael Lonsdale, al secolo – scorso – il volto dell'abate ne Il
Nome della Rosa). Un'ora e mezza di pièce teatrale sbattuta su
schermo senza nemmeno un abbozzo di adattamento, modifica o
qualsivoglia revisione. La cinepresa non si muove, e basta (va bene
la vecchiaia del Manuelo, però via un aiuto regista lo si poteva
prendere allo scopo!). Ci sono tre inquadrature, forse quattro
contando un paio di scene “di raccordo”, dalle quali i quattro
attori principali e due o tre altri rompipalle entrano ed escono a
(scarso) piacimento. Un action, insomma. Il ritmo è dettato, dunque,
dai dialoghi. Eccone un campione:
Gebo (vetusto
protagonista con taglio di capelli tipo Jefferson Airplane, tendenza
alla gobba e culo incastrato sulla sedia): “Ah, il nostro dovere è
vivere in povertà. Dobbiamo tutti fare il nostro dovere. 7 più 8
15, riporto l'1 [fa il cassiere e passa i giorni sommando introiti
altrui, NdRay]”
Sofia (di lui figlia
adottiva, data in sposa al delinquente figlio naturale [giuro, NdR],
rimasta in casa facente funzioni di vedova) “Ma un'altra vita non è
possibile, padre? Forse è nostro dovere essere infelici? E fuori
piove”
Gebo “No, possiamo solo
vivere la nostra vita, e non parliamo di certe cose, fa freddo ma
forse farà caldo. E poi la senti? Piange. 7 più 6 15, anzi no 13
più 8 21, riporto il 2”
Sofia “Sì, lei piange
sempre. [lei che piange è la Cardinale, nella parte della moglie di
Gebo, arteriosclerotica terminale e parecchio spaccaballe, NdR] Ma forse
dicendole la verità?”
Gebo “No, la verità
non la deve sapere mai, di lui non dobbiamo parlare mai, le debbo
mentire tutta la vita inventandole balle su balle pur di non darle un
grande dolore, già è impazzita ma così la ucciderei. E poi io sono un uomo onesto, anzitutto. 8 più 4 fa
dodici, più 10 22, ma la regola del 9 la devo usare? Forse no”
E via di divertimento.
Interrompono di quando in quando un paio di vecchi inutili, una
beghina che ricama per spasimanti inesistenti ed un sedicente
musicista che millanta conquiste di 50 anni prima mimando, malissimo
peraltro, di suonare il flauto (fine metafora? Artrite galoppante?).
Unico momento concitato quello in cui il rientrante (dopo 8 anni?
Dopo 0? dopo 16? è un flashback, un sogno, il futuro? È tutto
inutile, a parer nostro, ma non sapremmo bene, forse abbiamo
riportato male l'1) figlio naturale decide di essersi infine rotto er
ca' di questo andazzo da mortuorio (come dargli torto?) e si dedica
all'attività che meglio gli riesce: il furto con scasso, degno
figlio di tanto padre integerrimo. Abbandona quindi la famiglia
(intesa sia come i genitori sia come la semi-incestuosa partner) dopo aver
messo k.o. la moglie ed essersi imbertato una cassa contenente una
quantità spropositata di Reais, d'altrui appartenenza. Male ne
consegue per i nostri eroi, che ligi al dovere di un'esistenza
magrissima si consegnano alla pula; meglio, si consegna il
vecchiardo, protagonista di un momento epico proprio nel finale: si
alza dalla sedia nonostante il parere contrario della figlia, e
praticamente senza aiuto. Con la stessa scioltezza ci alziamo noi,
sopravvissuti a malapena alla visione. Se non proibiscono ai
portoghesi di produrre altri film in futuro, qui all'età di
DeOliveira non ci si arriva di certo.
Rimane l'emozione, quella
sì, di esser stati vicini a Claudia Cardinale. Lonsdale, per la
cronaca, è stato condotto in sala a passo lento e poi fatto sparire
con la complicità delle tenebre prima della fine: non se ne hanno
notizie. Mancava Manuelo: tragicamente, pare stia macchinando altri
film.
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