Non volevamo recensirlo. Davvero. È un film che, a dispetto del tema, passa piuttosto inosservato. Regia senza guizzi, storia didascalica, recitazione di mestiere. Insomma, il classico poliziesco. Girato in costume per via dello scenario: Germania hitleriana allo sbando, anno 1944.
Però. C’è sempre un però. Perché se dietro la macchina da presa metti Bryan Singer (e alla sceneggiatura Christopher McQuarrie, il suo compare dei “Soliti sospetti”). Se davanti ci metti Tom Cruise. E se lo agghindi con una benda, un braccio monco e una pettinatura stile Groucho Marx. Se fai tutto questo, devi aspettarti qualcosa, nel bene o nel male. Certo, preferibilmente nel male.
Si parla, immaginiamo lo sappiate, di un fatto vero. Una congiura che mira ad uccidere Adolf Hitler, ordita dal colonnello della Wehrmacht Claus Von Stauffenberg (Cruise, ovviamente), in pieno declino dello strapotere nazista. La guerra si sta perdendo, e già prima di essere bombardato a un campo base (rimettendoci occhio e mano), il nostro medita di ribaltare il Fuhrer. Raduna, non senza fatica, vari adepti, chi più chi meno implicato col regime, per riscrivere l’”Operazione Valchiria” che dà il titolo al film: si tratta di un piano per convocare la riserva militare del Reich in caso di invasione alleata. Il colonnello decide di stilarla cambiando la premessa: non più un attacco esterno ma un colpo di stato. Con annessa morte di Hitler, e soppressione successiva delle SS. Idea ambiziosa, che verrà firmata (guai a non leggere da cima a fondo quel che passa sulla scrivania) dal Cancelliere in persona. La storia ci informa che, per un disguido, il complotto non sortirà gli effetti sperati. L’attentato (una bomba innescata da Stauffenberg ed esplosa nella “tana del lupo”, il bunker di Hitler, nel corso di una riunione di alto profilo) non ammazzerà il Fuhrer. Basterà tuttavia per indurre il suo autore, di ritorno a Berlino, a diffondere la falsa notizia della morte per prenderne il potere. L’inghippo riesce solo all’inizio, finché Hitler non comunica ai gerarchi che è ancora vivo, e che l’esercito deve punire i traditori.
Ora, che fosse difficile girare un thriller conoscendo già il finale, era intuibile. Che la storia si afflosci di brutto nella seconda parte, dopo l’attentato fallito, era prevedibile. Ma che nonostante questo nessuno abbia segnalato a Singer che era successo qualcosa di terribile col casting, onestamente no, non si poteva immaginare. Perché passi per la scelta di fare interpretare il protagonista a Tom Cruise (che è americano, ma pure famoso), ma che tutti i co-protagonisti, nel ruolo di generali tedeschi, siano britannici, è assolutamente inaccettabile. In serie: Tom Wilkinson (inglese), Bill Nighy (inglese), Terence Stamp (inglese). Più Kenneth Branagh (nordirlandese). Perfino Hitler (cioè l’attore David Bamber) è inglese. Ben presto viene il sospetto che la sceneggiatura sia di Churchill (sospetto subito sventato, visti gli esiti del plot).
Il resto? Non migliore. E non tanto perché non siano approfondite le ragioni personali del leader dei congiurati (come avrebbe voluto qualche critico, che forse pensava di trovarsi di fronte ad un documentario). Ma perché proprio Cruise, che lo impersona, non è evidentemente a proprio agio. Ridotto all’obbedienza dalla benda nera, maschera repressioni e ire da par suo, indossando l’occhio di vetro solo dinanzi al Fuhrer. Ma non può resistere al ridicolo, almeno in due scene: una, in cui la segretaria lo guarda dopo la stesura della prima riga dell’Operazione (“Adolf Hitler è morto”), vero e proprio monumento all’imbarazzo, un’altra, indimenticabile, in cui urla a tutto schermo, levando il moncherino, “Heil Hitler”. Hi, visto il cast, sarebbe stato più appropriato.
Non va meglio al Cancelliere, peraltro. Meno geometrico di quanto auspicato, risulta titubante e rincoglionito, aggirandosi per le scene col piglio del segugio che non identifica quello che annusa. E venendo, a seconda dei casi, indottrinato o palesemente preso in giro. Oltre che bombardato, come già si sapeva. Del resto, sembra il minimo: l'esercito della Regina ha ormai preso possesso di Berlino, mentre il Fuhrer, nel suo buen retiro, sorseggia amabilmente una tazza di tè.
LA SCHEDA
Operazione Valchiria
In una frase: “ogni secondo che perdiamo è un secondo perso”
Sconsigliatissimo: a chiunque pensi che un film sul nazismo debba avere, perlomeno, un protagonista biondo.
Giudizio: KKK
Sconsigliatissimo: a chiunque pensi che un film sul nazismo debba avere, perlomeno, un protagonista biondo.
Giudizio: KKK
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