Se ultimamente siete andati al cinema e siete arrivati puntuali, vi sarà senz'altro capitato di sorbirvi il pastone di 20 minuti di trailer prima del film (almeno se il cinema è un multiplex). E, fra questi trailer, vi sarete probabilmente imbattuti in quello di "The burning plain", l'ultima fatica (?) di Charlize Theron e Kim Basinger. Lo sappiamo, siete morti di noia. La recensione, infatti, non è per voi, ma per quelli che corrono ancora il rischio di vederselo, rovinandosi l'umore prima della proiezione.
E' difficile che un trailer sia palloso. Stantz diceva di averne visto uno, una volta: quello di "Master and commander", con Russell Crowe. Ma almeno lì c'era un po'd'acqua, un po'di mare, un minimo di casino. Qui nulla. Calma piatta. Soap-opera a chili. E una melliflua colonna sonora da pubblicità dell'AIDS, di quella coi contorni viola.
In mezzo, frasi interlocutorie, gente di spalle, scene da un presunto tradimento. Charlize Theron seminuda (l'unico motivo di reale interesse), Kim Basinger scoperta mentre telefona, continui campi e controcampi di sguardi con didascalie originali tipo: "il passato non si cancella" e "ma ogni giorno è un nuovo inizio". L'unica certezza, però, è che non si capisce nulla, e il solo momento dinamico, l'esplosione (burning) di una casa, arriva troppo tardi per salvare lo spettatore dal rincoglionimento.
Per la cronaca. Non andremo a vedere il film, ma se a qualcuno interessa sappia che è dello sceneggiatore di "21 grammi". Il trailer, naturalmente, pesa qualche tonnellata in più.
LA SCHEDA
The burning plain - Il trailer
La frase: "adesso arriva un bambino che rutta"
Sconsigliatissimo: a chiunque sia puntuale al cinema. Compratevi dei popcorn, piuttosto. In versione Jumbo.
Giudizio: KKKk
Sconsigliatissimo: a chiunque sia puntuale al cinema. Compratevi dei popcorn, piuttosto. In versione Jumbo.
Giudizio: KKKk
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