Vi avvisiamo. Il film di oggi è incommentabile. Dunque, ci limitiamo ad elargirvi la trama, con un paio di note qua e là. Se volete farvi del male e andare a vederlo, liberissimi. Grazie comunque di essere capitati qui.
Continuiamo, per chi è rimasto. Si chiama "Awake: anestesia cosciente", la bieca operazione, e riecheggia, in chiave moderna, un mito antico: quello della sepoltura prematura, già indagato, con ben altra tecnica, da Poe. Qui siamo dalle parti della sala operatoria, in cui, come ci ammonisce la didascalia d’apertura, può succedere che una leggera percentuale di pazienti (trentamila su qualche milione) non si addormenti durante l’intervento. Naturalmente, col senno di poi, andrebbe anche specificato se sentano o meno dolore. Ma secondo il trailer “il corpo è sedato”, dunque ci fidiamo. Trama.
Un giovane di immense speranze (lo svagato Hayden Christensen) ha ereditato una fortuna dal padre e dà da vivere a milioni di persone compravendendo aziende. Assistito dalla premurosa madre (Lena Olin, l’unica credibile) e sollazzato dalla splendida infermiera-segretaria-amante (certo, Jessica Alba) ha un solo, piccolo, problema: dovrà subire un rischioso trapianto di cuore. Decide quindi di rivolgersi a un amico chirurgo, imputato di ben quattro casi di colpa medica, del quale, con evidente idiozia, si fida ciecamente. Nel mentre, è vittima di alcuni conflitti familiari: col padre morto, verso cui nutre un complesso d’inferiorità, e con la madre, cui rivela solo alla vigilia dell’operazione (che lei vorrebbe compiuta dall’amante primario di fama, e non dal predetto scalzacani) l’amore per Jessica Alba, non all'altezza, agli occhi di lei, dei meriti del figlio.
Dopo quasi un tempo di film (compreso il matrimonio del nostro con la polposissima collaboratrice) lo operano. E qui comincia il grottesco. L’anestesista non è quello previsto ma un sostituto, un assistente molto affidabile che gira con una fiaschetta di whisky nella tasca del camice. Strano a dirsi, sbaglia qualcosa, e il protagonista, anziché addormentarsi, continua a sentire le voci dei medici, pur non riuscendo a muoversi. Brutt’affare, soprattutto per lo spettatore, che si gode in serie: voce fuori campo che urla dal dolore (ma non era sedato?), faccia del paziente che dorme, corpo del paziente tagliato in due. Non è gore (non come potrebbe), ma nemmeno thriller, bensì pura ridicolaggine, perché nessuno al cinema s’identifica con i pensieri, men che meno doppiati, quando le immagini non li assecondano. Per dieci minuti, compresi gli inserti di Jessica Alba più o meno nuda (lo stream of consciousness lascia sempre libertà), siamo dalle parti dei 5 Kevin. Peccato finisca il primo tempo.
La ripresa, infatti, torna sui binari della bruttura ordinaria. Il regista capisce che l’ideona del titolo ha già esaurito il suo potenziale ed imbastisce un coacervo di retroscena per riempire la pellicola. Apprendiamo dunque, nell’ordine, che:
- Jessica Alba è in combutta col medico (e tutta l’equipe, salvo l’ignaro ubriacone) per far fuori il neo-maritino e scippargli i miliardi, iniettando del veleno nel cuore da impiantare;
- Il padre del protagonista era un cocainomane che picchiava la moglie, fino a farsi uccidere da lei davanti agli occhi del figlioletto (che, chissà perché, aveva rimosso tutto);
- La madre di Christensen aveva scoperto l’inganno e si era attivata con l’amante chirurgo per donare in extremis il proprio cuore al figlio (avendo lo stesso, raro, gruppo sanguigno).
Seguirà nuovo intervento (e sacrificio) riparatore, nonché cattura dei malfattori da parte della polizia.
In tutto ciò, vi chiederete, che fine fa il paziente? Nessuna. Semplicemente, anziché lamentarsi da sdraiato, si lamenta da spirito, in puro stile "Ghost", o se preferite "S.O.S. fantasmi", scoprendo, tra un chiacchiericcio e l’altro, l’orrenda verità. Poiché però, alla fine dei conti, è la madre a salvarlo, si capisce che la storia dell’anestesia cosciente è totalmente inutile ai fini della trama, e come espediente scenico dura dieci minuti. I peggiori, peraltro, dell’intera stagione. Complimenti.
Continuiamo, per chi è rimasto. Si chiama "Awake: anestesia cosciente", la bieca operazione, e riecheggia, in chiave moderna, un mito antico: quello della sepoltura prematura, già indagato, con ben altra tecnica, da Poe. Qui siamo dalle parti della sala operatoria, in cui, come ci ammonisce la didascalia d’apertura, può succedere che una leggera percentuale di pazienti (trentamila su qualche milione) non si addormenti durante l’intervento. Naturalmente, col senno di poi, andrebbe anche specificato se sentano o meno dolore. Ma secondo il trailer “il corpo è sedato”, dunque ci fidiamo. Trama.
Un giovane di immense speranze (lo svagato Hayden Christensen) ha ereditato una fortuna dal padre e dà da vivere a milioni di persone compravendendo aziende. Assistito dalla premurosa madre (Lena Olin, l’unica credibile) e sollazzato dalla splendida infermiera-segretaria-amante (certo, Jessica Alba) ha un solo, piccolo, problema: dovrà subire un rischioso trapianto di cuore. Decide quindi di rivolgersi a un amico chirurgo, imputato di ben quattro casi di colpa medica, del quale, con evidente idiozia, si fida ciecamente. Nel mentre, è vittima di alcuni conflitti familiari: col padre morto, verso cui nutre un complesso d’inferiorità, e con la madre, cui rivela solo alla vigilia dell’operazione (che lei vorrebbe compiuta dall’amante primario di fama, e non dal predetto scalzacani) l’amore per Jessica Alba, non all'altezza, agli occhi di lei, dei meriti del figlio.
Dopo quasi un tempo di film (compreso il matrimonio del nostro con la polposissima collaboratrice) lo operano. E qui comincia il grottesco. L’anestesista non è quello previsto ma un sostituto, un assistente molto affidabile che gira con una fiaschetta di whisky nella tasca del camice. Strano a dirsi, sbaglia qualcosa, e il protagonista, anziché addormentarsi, continua a sentire le voci dei medici, pur non riuscendo a muoversi. Brutt’affare, soprattutto per lo spettatore, che si gode in serie: voce fuori campo che urla dal dolore (ma non era sedato?), faccia del paziente che dorme, corpo del paziente tagliato in due. Non è gore (non come potrebbe), ma nemmeno thriller, bensì pura ridicolaggine, perché nessuno al cinema s’identifica con i pensieri, men che meno doppiati, quando le immagini non li assecondano. Per dieci minuti, compresi gli inserti di Jessica Alba più o meno nuda (lo stream of consciousness lascia sempre libertà), siamo dalle parti dei 5 Kevin. Peccato finisca il primo tempo.
La ripresa, infatti, torna sui binari della bruttura ordinaria. Il regista capisce che l’ideona del titolo ha già esaurito il suo potenziale ed imbastisce un coacervo di retroscena per riempire la pellicola. Apprendiamo dunque, nell’ordine, che:
- Jessica Alba è in combutta col medico (e tutta l’equipe, salvo l’ignaro ubriacone) per far fuori il neo-maritino e scippargli i miliardi, iniettando del veleno nel cuore da impiantare;
- Il padre del protagonista era un cocainomane che picchiava la moglie, fino a farsi uccidere da lei davanti agli occhi del figlioletto (che, chissà perché, aveva rimosso tutto);
- La madre di Christensen aveva scoperto l’inganno e si era attivata con l’amante chirurgo per donare in extremis il proprio cuore al figlio (avendo lo stesso, raro, gruppo sanguigno).
Seguirà nuovo intervento (e sacrificio) riparatore, nonché cattura dei malfattori da parte della polizia.
In tutto ciò, vi chiederete, che fine fa il paziente? Nessuna. Semplicemente, anziché lamentarsi da sdraiato, si lamenta da spirito, in puro stile "Ghost", o se preferite "S.O.S. fantasmi", scoprendo, tra un chiacchiericcio e l’altro, l’orrenda verità. Poiché però, alla fine dei conti, è la madre a salvarlo, si capisce che la storia dell’anestesia cosciente è totalmente inutile ai fini della trama, e come espediente scenico dura dieci minuti. I peggiori, peraltro, dell’intera stagione. Complimenti.
LA SCHEDA
Awake - anestesia cosciente
In una frase: (dopo la fine del primo tempo) "andiamo a vedere l'horror che comincia adesso?"
Sconsigliatissimo: a chiunque sia incuriosito dal titolo. O ami, a seconda dei casi, gli attori o le attrici avvenenti. Hayden, torna a Naboo. Jessica, torna a Sin city.
Giudizio: KKKK
Sconsigliatissimo: a chiunque sia incuriosito dal titolo. O ami, a seconda dei casi, gli attori o le attrici avvenenti. Hayden, torna a Naboo. Jessica, torna a Sin city.
Giudizio: KKKK
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