venerdì 1 febbraio 2008

Tetrospettive: Ti lascio, ti odio, ti...

Lo so, Stantz vi aveva promesso "Apocalypto", ma è ancora troppo impegnato a rielaborare il lutto per la morte del giaguaro (anzi, dello stuntman travestito da giaguaro) nella scena-clou dell'opera per recensire a dovere. Dunque ci intromettiamo, inaugurando così la rubrica delle tetrospettive (per intenderci: film non solo brutti, ma anche vecchi), per parlare di un altro spreco di pellicola di alcuni mesi orsono: "The Break Up", tradotto rovinosamente in italiano col titolo "Ti lascio, ti odio, ti...". Sostituite pure i puntini con una minaccia a caso, ed avrete la nostra idea sull'opera.
Perché non è credibile che una ragazza come Jennifer Aniston (premettiamo che ci piace Jennifer Aniston: è magra, spigolosa, non bellissima, perfetta come finta intellettuale) pianga tutte le sue lacrime per uno come Vince Vaughn, che passa le sue giornate sul divano a duellare col cretino di turno a una variante poor della playstation. Non è credibile che dopo avergli giustamente dato del coglione in apertura di film non decida di lasciarlo e trasferirsi da mamma e papà e/o amica e/o nuovo drudo a scelta, ma insista a condividere con lui la magione. Nemmeno è credibile, fra l'altro, che il suddetto impieghi quasi un'ora e mezza per scusarsi del suo comportamento (anzi del suo ruolo) intollerabile, a ciò indotto dalla filosofia da bar dell'ennesimo amico del cuore obeso, di cui certo non si sentiva la mancanza.
Potremmo, sì, soprassedere su molti aspetti irritanti: il plagio del gay da galleria d'arte da "Beverly Hills Cop" (e volendo, pure della pittrice vaginale del "grande Lebowsky", qui soltanto pittrice, monologhi a parte), gli spasmi della sceneggiatura che inventa (?) addirittura un gioco di società come ulteriore occasione di litigio, quasi non fosse chiara l'antifona, il definitivo oblio di Vincent d'Onofrio, che dopo Palla di Lardo, Orson Welles e l'alieno scemo, è finito ad interpretare un contabile con turbe nascoste. Potremmo, ma non lo facciamo. Perché in questo film non si ride mai. Mai. E per fortuna che è catalogato come 'commedia', con due attori scafati nei ruoli brillanti, e gli opportuni cliché di complemento.
Ma ecco, dopo un centinaio di minuti passati a sentire dialoghi piatti, assenza totale di storia, isterie da coppia che attende, in agonia, di scoppiare, l'unico rammarico è di aver sperato in una battuta valida. Non si capisce dunque perché Jennifer Aniston si sia tanto adirata per la diffusione del suo topless nella scena in cui, per distrarre - beata lei - il bovino, passeggia nuda per la casa, senza peraltro distoglierlo dalle sue fondamentali occupazioni col joypad. In definitiva, è l'unico motivo di notorietà di un'operazione scialba, banale e fasulla. Aridatece Ben Stiller e Owen Wilson. Anzi, aridateli a Vaughn, e tiratelo su da quel cazzo di divano.
LA SCHEDA
Ti lascio, ti odio, ti...
In una frase: "Io voglio che tu voglia lavare i piatti"
Sconsigliatissimo:
a chi vuole ridere, a chi vuole piangere, a chi vuole restare serio senza covare una rabbia sorda.
Giudizio:
KKK

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