venerdì 28 dicembre 2007

L'esordio - Leoni per agnelli

"Guarda, brutto".

Potrei terminare già qui. Con il giudizio, perlappunto terminale, fornito da un collega (e futuro collaboratore - del resto, come rinunciare a peter wenkman?) amante del cinema al termine della proiezione. Ma nemmeno le golosità culinarie proprie del periodo mi distoglieranno dalla missione. Ergo, procediamo. La prima recensione, l'esordio di questa nuova, fulgida iniziativa, è per l'ultima fatica del regista, e interprete, Robert Redford: Leoni per agnelli. Mai debutto avrebbe potuto essere più appropriato. Ci proponiamo di recensire, senza pietas, film brutti. Veramente Brutti. Stasera siamo fortunati. L'opera in questione condensa in 90 minuti vette di bruttura e banalità che ne fanno la nostra perfetta strenna natalizia.
Un cast d'eccezione. Speriamo. Cruise panzuto, vecchio, buffo - sventuratamente, la parte non lo richiederebbe. Redford oramai privo del controllo dei propri muscoli facciali - un'evoluzione inaspettata da quando si presentò con fattezze orientaleggianti (e, ci si augurava, per sempre costrette all'immobilità) all'annuale festa dell'Academy. Michael Peña - che un link se lo merita - malamente condannato in eterno al ruolo del disastrato che i compagni di sventura non vogliono (per motivi imperscrutabili ai più) saperne di abbandonare. Come se non avesse avuto la giusta dose di macerie in WTC. Una prece: qualcuno salvi Meryl Streep, non merita questo girone.
Vorremmo deliziarvi con dettagli sulla sceneggiatura, ma ci limiteremo ad alcune informazioni salienti. Gli americani sono, sostanzialmente, tutti eroici patriotti. Di conseguenza, muoiono come imbecilli totali in campi di battaglia che non pertengono loro. Nel frattempo, a Washington, un giovane (giovane? Tom Cruise?) senatore repubblicano (con annessa collezione di foto che lo ritraggono ignobilmente allegro in compagnia dei potenti d'America) convoca una giornalista onde svelarle il suo spettacolare piano per porre fine alla guerra al terrorismo. Riassumendo: arruolare un'intera generazione di teenager illetterati e scatenare la terza guerra mondiale in medio oriente. Altrove, in un'imprecisata "università della California", un brillante (mah...) giovane ridicolmente abbigliato viene lobotomizzato dall'arteriosclerotico docente del corso di scienze politiche al fine di impedirgli di godersi la propria giovinezza come si conviene ai privilegiati - soldi, auto e puttane. Il senescente lo vuole, invece, indottrinare (e noi con lui, maledetto!) e costringere ad optare tra le seguenti due alternative:
1- arruolarsi volontario per la guerra in Afghanistan, come gli ultimi due studenti brillanti che aveva influenzato (quorum Michael Peña) oppure;
2- far carriera in politica e sostituire al malgoverno attuale una forma di malgoverno a lui più gradita.
Ci fermiamo, onde non rovinarvi il finale. Trattandosi della parte più intollerabile dell'opera, ci parrebbe uno sgarbo.

Note a margine:
  • esemplare la caratterizzazione degli studenti privilegiati d'America: bianchi, grassi e saccenti;
  • per contrasto, gli eroi sono un messicano ed un nero, amicissimi (c'è del tenero? noi sospettiamo di si), volonterosi, pieni di fede nel sogno americano - che si concretizza, nel loro caso, nella balzana idea che, una volta ottenuto lo status di reduci di guerra, qualcuno li ascolterà;
  • sfortuna vuole che siano destinati a ben altra fine;
  • e che se la meritino, ne converrete una volta visto il film;
  • meritoria l'iniziativa di tradurre in italiano ogni parola scritta che compare su schermo - l'effetto è straniante, ed a momenti invece che sulle rive del Potomac sembra di stare alla Garbatella.

LA SCHEDA

Leoni per agnelli

In una frase: "Quest'uomo non ha vergogna - Redford si è svegliato una mattina con una missione: annoiare il pubblico"

Sconsigliatissimo: ai pasionari alla Oliver Stone, ai pacifisti, alle minoranze (che fanno una brutta fine, si evince)

Giudizio: KKKk

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