Ci dispiace, lo diciamo sinceramente, dover parlar male di Marc Caro. Assieme al collega Jeunet aveva messo insieme, circa quindici anni fa, un film onirico e pieno di idee come "Delicatessen". Adesso invece (sarà stato il transito per la saga di "Alien") eccolo affondare in un’operaccia vuota, insensata e volgare. Senza nemmeno la redenzione visiva, che a volte rianima autentiche brutture come "The Cell".
"Dante 01" (riferimento non richiesto alla "Commedia"), infatti, è un pasticcio che mescola simbolismo di bassa lega, claustrofobia stile "Alien3" (ahi) e sofferenza gratuita. Con un montaggio in stato confusionale e una regia dopata dal computer.
Di fatto, si tratta né più né meno che di un colossale "Grande Fratello" (quello moderno, imbarbarito dal reality) su una colonia di detenuti in una stazione orbitale, sui quali, grazie all’arrivo di una nuova ricercatrice, carina quanto spietata, si conducono raccapriccianti esperimenti. Sarà tuttavia una delle cavie, appena aggregata ai compagni di sventura, a frustrare gli intenti della novella Mengele.
Il film si snoda, per una lunghissima ora e mezza, fra la sala monitor e gli interni delle galere, in un balletto di sguardi fra prede e carcerieri interrotto soltanto dalle risse fra i detenuti e gli esperimenti degli scienziati. Questi ultimi meritano una citazione a parte: quando più loro aggrada, addormentano i malcapitati con apposito gas, poi ne scelgono uno a caso, inoculandogli un terribile virus che fa strazio delle sue interiora, ed esaminano tranquillamente la scena.
Ciò, perlappunto, fino all’arrivo del suddetto Salvatore, il quale, grazie a poteri prodigiosi, viene in soccorso dei colleghi estraendo ed inghiottendo personalmente i vermi solitari che allignano nei loro corpi, passando il resto del tempo a sudare e contorcersi per il dolore. Il nostro, come se non bastasse, riuscirà anche a salvare le sorti dell’astronave-prigione, destinata a schiantarsi su Dante 01 (nome del pianeta infernale che dà il titolo al film), mettendosi autenticamente in croce (!) nello spazio (!!) e assorbendo le fiamme (!!!) provenienti dall’atmosfera.
Vi risparmio altri dettagli insignificanti, come la solita morte dei cattivi (ricercatrice figa e partner innamorato) che nel tentativo di fuga finiscono risucchiati da Dante, oppure i misteriori titoli tra una sequenza e l’altra (“secondo anello”, “terzo anello”, nemmeno fosse un plastico dello stadio di San Siro), perché il riferimento cristologico basta e avanza.
Solo, per finire, un appunto sul design. Passi per la forma dei batteri infilati nelle cavie, che hanno l’aria di un delirante pezzo di lego. Ma che siano anche uguali, in scala 1 a 10, all’astronave, sembra veramente troppo.
"Dante 01" (riferimento non richiesto alla "Commedia"), infatti, è un pasticcio che mescola simbolismo di bassa lega, claustrofobia stile "Alien3" (ahi) e sofferenza gratuita. Con un montaggio in stato confusionale e una regia dopata dal computer.
Di fatto, si tratta né più né meno che di un colossale "Grande Fratello" (quello moderno, imbarbarito dal reality) su una colonia di detenuti in una stazione orbitale, sui quali, grazie all’arrivo di una nuova ricercatrice, carina quanto spietata, si conducono raccapriccianti esperimenti. Sarà tuttavia una delle cavie, appena aggregata ai compagni di sventura, a frustrare gli intenti della novella Mengele.
Il film si snoda, per una lunghissima ora e mezza, fra la sala monitor e gli interni delle galere, in un balletto di sguardi fra prede e carcerieri interrotto soltanto dalle risse fra i detenuti e gli esperimenti degli scienziati. Questi ultimi meritano una citazione a parte: quando più loro aggrada, addormentano i malcapitati con apposito gas, poi ne scelgono uno a caso, inoculandogli un terribile virus che fa strazio delle sue interiora, ed esaminano tranquillamente la scena.
Ciò, perlappunto, fino all’arrivo del suddetto Salvatore, il quale, grazie a poteri prodigiosi, viene in soccorso dei colleghi estraendo ed inghiottendo personalmente i vermi solitari che allignano nei loro corpi, passando il resto del tempo a sudare e contorcersi per il dolore. Il nostro, come se non bastasse, riuscirà anche a salvare le sorti dell’astronave-prigione, destinata a schiantarsi su Dante 01 (nome del pianeta infernale che dà il titolo al film), mettendosi autenticamente in croce (!) nello spazio (!!) e assorbendo le fiamme (!!!) provenienti dall’atmosfera.
Vi risparmio altri dettagli insignificanti, come la solita morte dei cattivi (ricercatrice figa e partner innamorato) che nel tentativo di fuga finiscono risucchiati da Dante, oppure i misteriori titoli tra una sequenza e l’altra (“secondo anello”, “terzo anello”, nemmeno fosse un plastico dello stadio di San Siro), perché il riferimento cristologico basta e avanza.
Solo, per finire, un appunto sul design. Passi per la forma dei batteri infilati nelle cavie, che hanno l’aria di un delirante pezzo di lego. Ma che siano anche uguali, in scala 1 a 10, all’astronave, sembra veramente troppo.
LA SCHEDA
Dante 01
La frase: "ah, perchè vorrebbero farci credere che lui ha salvato l'astronave. E' ovvio che si schianta ugualmente"
Sconsigliatissimo: a chi ha già visto "Alien 4" (e conosce il regista), "Alien 3" (e conosce la claustrofobia), "Alien" e basta (e conosce la fantascienza).
Giudizio: KKKk
Sconsigliatissimo: a chi ha già visto "Alien 4" (e conosce il regista), "Alien 3" (e conosce la claustrofobia), "Alien" e basta (e conosce la fantascienza).
Giudizio: KKKk