venerdì 26 dicembre 2008

The Spirit

Poiché siamo in clima natalizio, stavolta non calchiamo la mano. Perché, a dirla tutta, "The Spirit" poteva pure non essere recensito, visto che qualche risata la strappa e non è noioso. Sapete però che questa è una rubrica di servizio, dunque non si tace nulla.
Frank Miller, che aveva promosso il fumetto a soggetto estetico con "Sin city", ci riprova: passa direttamente alla regia (ma di una storia non sua), replicando suggestioni cromatiche ed inquadrature dell'esordio. Peccato che il risultato non collimi con le aspettative. Perché non bastano primi piani, dettagli e silhouette per fare un film. Il decor anni '30 (che già ci aveva alquanto irritato nell'insopportabile "Sky Captain and the world of tomorrow") è una scommessa troppo facile, e di eroi mascherati che tentano di emulare Batman, anziché svaccarla come Alec Baldwin nell' "Uomo ombra", ne avremmo piene le palle.
Anche lo Spirto, infatti, benché concupito da fior di fanciulle - Eva Mendes, Scarlett Johansson, Paz Vega, solo per citare le più note - tenta di copulare col cuore nero della City, non Gotham ma Central, innamorandosi di ogni vicolo, palo o tombino piuttosto che accettare la propria umanità. E l'interprete, che sembra il nipote tonto di Ray Liotta, di certo non aiuta. Meno male che contro di lui si scaglia un villain più volitivo, l'Octopus di Samuel L. Jackson, ormai una garanzia di carnevalata dai tempi di "Snakes on a plane".
Non sappiamo, tuttavia, chi abbia concepito la sceneggiatura. Per tutto il primo tempo sembra chiaramente di trovarsi in un film di Tinto Brass, data la quantità industriale di frasi allusive, ammiccamenti e pruriti vari, nonché, a corollario, alcune trovate degne di miglior sorte: Eva Mendes che si fotocopia il culo, Scarlett Johansson (braccio destro, anzi, tetta destra, del nemico) in versione sado-nazi, e uno stolido ciccione perennemente clonato, torturato e ucciso. In certi momenti, riaffiora persino l'ombra di Mel Brooks.
La storia, di per sé, dice poco. Lo Spirto è circondato da donne più o meno perse di lui dai tempi dell'infanzia, e per un incantesimo che condivide col suo nemico (il suddetto Octopus, che saltuariamente lo gonfia di pugni per puro piacere personale), riesce a sopravvivere alle più terrificanti mazzate. Dovrà tuttavia evitare che il suo alter ego s'impossessi del sangue di Eracle, fluido che dona l'immortalità, agognato, per motivi più terreni (leggasi: soldi), anche dalla sua vecchia fiamma Eva Mendes. Riuscirà - per il momento - nell'impresa, lasciando dietro di sè svariate vittime femminili: l'affascinante fantasma acquatico che ne reclama l'anima (la Morte in versione Avion Travel), la dottoressa che ne cura le ferite, sperando invano che lui curi le sue, la gelosa danzatrice di Parigi ecc.. Si chiude, ovviamente, con l'eroe solitario che saltabecca fra i tetti della città, con tanto di panegirico alla periferia della voce fuori campo, e una ridicola cravatta rossa a contrastare i toni del grigio. Non è una porcata, non è nemmeno un bel film.
LA SCHEDA
The Spirit
In una frase: "stai parlando come un folle. Un folle che dice follie"
Sconsigliatissimo:
a chi ha gradito "Sin City", e ancor di più "Salon Kitty".
Giudizio:
Kk (è lo Spirto natalizio, che credete?)